À propos de l'été de l'âme
di Lara Caccia
dal catalogo di New Temporary Exhibition – Il Bello Educa
maggio 2014
Salvatore Insana, pur utilizzando egli stesso il mezzo di comunicazione più distintivo dei nostri tempi, rimane tuttavia fermo nella sua dichiarazione:“La macchina da presa non è una certezza, è un dubbio”. E proprio partendo dalla sperimentazione del mezzo riesce a creare un linguaggio estraniante rispetto al racconto lineare di un video o cortometraggio. Partendo dal rapporto corpo – ambiente, dove la persona-attore diventa protagonista attraverso una serie di movimenti, tra danza e gioco, prevalendo (quasi dominandolo) alla fine, sullo spazio in cui avviene l’azione. Il tutto viene proposto attraverso uno sguardo circoscritto, scrutatore e parziale: pur riconoscendo la situazione, il luogo e le persone, il fruitore si sente, attraverso l’atmosfera creata dai filtri colorati e dalla visione di una continua soggettiva quasi ad occhi semichiusi, estraniato e disorientato da quello stesso mondo. Questo estraniamento aumenta nel momento in cui al sottofondo naturale vengono sovrapposti alcuni rumori, e le immagini si accavallano in un racconto multiplo, come se si vedesse il video in uno stato di semi-coscienza: un sogno ad occhi aperti. Si percepisce la libertà del non racconto dai canoni tecnici e le convenzioni narrative del cinema, così come la poesia non sempre deve sottostare alle regole grammaticali della lingua. Afferma l’artista: “I suoni, così come le immagini, così come i corpi, non risultano più impiegati alle dipendenze di un’idea”.